lunedì 22 dicembre 2008

Lettera n.7

Nuda
attraversavi la stanza con due bicchieri in un mano
le finestre non le posso aprire li fuori
c'è il futuro che sta aspettando me
Nuda
che al buoi i colori si vedevano appena
t'ho ascoltato mentre mi parlavi e ho creduto
che bella così non t'avevo vista mai.

Ma sei hai creduto a tutto ciò che ho detto allora
non hai visto che una parte della verità
le parole che mi son tenuto
le metto via, nella mia valigia di cartone
se mi perdevo e poi mi nascondevo era
per piangere di felicità
a chi non ha creduto non ho raccontato
neanche un giorno di me e di te.

Ma le stagioni passano veloci
e i giorni non mi somiglian più
i letti sono tutti troppo grandi
per chi ha solo un libro come compagnia
Conosco i nomi di tutti i colori
e anche i film non mi spaventan più
ho trovato un senso alle mie domeniche mattina
in una enorme tazzina di caffè.

Ma sei hai creduto a tutto ciò che ho detto allora
non hai visto che una parte della verità
le parole che mi son tenuto
le metto via, nel mio baule di ragioni
se mi perdevo e poi mi nascondevo era
per piangere di felicità
a chi non può capire ho solo sussurrato
che non sei esistita mai.

mercoledì 17 dicembre 2008

Lettera n.6

Per ogni volta che mi hai visto piangere, per aver creduto che avevo un peso sul cuore. Per ogni volta che mi hai stretto la mano, e' proprio cosi' che ho imparato a camminare. Per le mattine spettinate oscene barba lunga e occhiaie, perche' hai trovato lo stesso un motivo per pensarmi bello. Per le malattie e le febbri, l'anima ricuce a mano a mano la tua assenza, anche se non e' mai abbastanza. Per le parole nuove che mi hai insegnato, per avermi permesso di ascoltare, e per i silenzi anche, perche' potevo restarti a guardare. Per la cucina in disordine e il letto disfatto, per le tende richiuse sulle notti d'amore, per la tv accessa che ci guarda mentre ci baciamo, per le stanze a rincorrerci, a farci raggiungere. 
Per te stessa, che non servi a niente e che per questo mi sei cosi' preziosa, i fiori belli profumano e sono colorati, non hanno altra ambizione che di essere guardati

martedì 16 dicembre 2008

Lettera n.5

Sposto I capelli con lentezza, non voglio che ti spaventi. La testa poggiata nell’incavo della tua spalla, alla mia bocca lascio conoscere la tua pelle, li faccio incontrare, centimetro per centimetro, lentissimamente.

Gira la candela gira e la luce proietta sulle parete forme ora mobili ora inanimate: il tuo profilo trema sulla parete, e hai gli occhi chiusi, lo vedo. Ma la passione nella sua essenza e' tutta bianca o nera, e non fa rumore: e’ solo il sapore che sento sulla lingua, il sapore della tua pelle.

Nuda ti tengo nuda, seduta sulle tue gambe. Mi scaldo ancora un secondo al tepore della tua bellezza, prima di fare all’amore.

venerdì 12 dicembre 2008

Lettera n.4

Non ho creduto di essere io, non subito almeno.

Mi guardavo dall’esterno attraversare la piazza affollata di gente senza riconoscermi, scansare le persone, aggirarmi tra i rivenditori di anticaglie, le bancarelle di frutta fresca e colorata, il giornalaio, il bar grande coi tavolini fuori. Assistevo alla scena di me fermo immobile al centro, ruotare la testa, cercare tra la folla. Quell’uomo che ero io all’improvviso cancella la coscienza di se’, dell essere al mondo: si sposta in una realta’ esclusiva e parallela, appoggia una mano alla colonna, accarezza con lo sguardo qualcosa, si allarga in un’espressione ebete, incantata.

In quel preciso momento mi riconosco, quando guardo nella stessa direzione in cui guarda quell’uomo, quando ti vedo arrivare.

martedì 9 dicembre 2008

Lettera n.3

Non diro a nessuno che ti amo.
Non lo saprà l'uomo che sulla strada insegue una linea retta immaginaria, nè il bambino che cammina sul bordo del marciapiede. Non diro che t'amo al fruttivendolo delle tue fragole, nè il giornalaio delle tue riviste di moda. Non dirò mai al fioraio a chi vanno i suoi fiori, e neppure il pasticciere saprà mai chi mangia la sua cioccolata.
Sarai il segreto della mia prossima tazzina di caffè, le labbra incollate al bordo e il naso nell'odore fumante, io sorridente fermo a pensarti in mezzo a un fiume di gente che non parla di noi.

domenica 7 dicembre 2008

Lettera n.2

Mani per dipingere, mani per giocare, mani per sporcare un poco il mondo, mani da lavare.
Mani giunte sul rovere del banco di una chiesa, mani indaffarate nei mestieri quotidiani; a picchiettare le dita contro un pomeriggio ozioso o a poggircisi la testa, per fermarsi un minuto a riflettere e pensare.

Mani abili e veloci su uno strumento musicale, oppure il battito di mani di chi non sa suonare; che confermano, smentiscono, comunicano, richiedono o gesticolano la parola, che la voce lascia alle mani sempre qualcosa da dire.
Mani al buio dentro un cinema che si intrecciano alle tue mani, che ti cingono da dietro in un abbraccio sussurrato, che ti cercano nel letto quando il sonno non arriva, che la notte è troppo lunga, che da solo mi spaventa.
Alle mani una carezza che ti sappia raccontare che t'ho amata e t'amo ancora, che ti amo e già t'ho amata, se ti guardo c'è silenzio, qui il tempo non può entrare.

Lettera n.1

Sei partita da 2 giorni ma il silenzio che e' piombato sulla mia mail è assordante. Conosco tutte le ragioni della tua assenza eppure per qualche strana ragione intima e non raccontabile la tua assenza quasi mi offende, mi umilia, vivo il distacco come un trauma.

E sogno ancora tantissimo di te e di me. Da qualche giorno ho abbandonato i miei sogni abituali, sono passato a sognare di svegliarmi e averti accanto, allungare una mano assonnata e trovarti dall’altra parte del letto, ancora addormentata, portarti un ciuffo di capelli dietro l’orecchio come una carezza e lasciarti dormire. Sembrerá stupido, eppure é quello che mi capita.

Sulle attivitá noiose di ogni giorno proietto l’immagine di te in Germania. Te che chiacchieri, te che ridi, te che vedi posti e gente nuova, te che non capisci e t’incazzi, che incontri tutte quelle difficoltá che detesti ma che da qualche parte invece ti attirano (uno dei motivi per cui ti sei legata a me): che in una frase attraversi il mondo con le tue scarpe di cemento armato, ma che giá da qualche tempo cominciano a sgretolarsi.

Sono lí in disparte, in una seggiolina dietro mentre qualcuno parla. Non lo ascolto affatto. Guardo te che ti concentri e cerchi di capire, ma che ti senti uno sguardo addosso che ti coccola e ti mette a disagio assieme. E mi meraviglio ancora una volta di vederti, che bella cosí non ti ho visto mai….