domenica 7 dicembre 2008

Lettera n.1

Sei partita da 2 giorni ma il silenzio che e' piombato sulla mia mail è assordante. Conosco tutte le ragioni della tua assenza eppure per qualche strana ragione intima e non raccontabile la tua assenza quasi mi offende, mi umilia, vivo il distacco come un trauma.

E sogno ancora tantissimo di te e di me. Da qualche giorno ho abbandonato i miei sogni abituali, sono passato a sognare di svegliarmi e averti accanto, allungare una mano assonnata e trovarti dall’altra parte del letto, ancora addormentata, portarti un ciuffo di capelli dietro l’orecchio come una carezza e lasciarti dormire. Sembrerá stupido, eppure é quello che mi capita.

Sulle attivitá noiose di ogni giorno proietto l’immagine di te in Germania. Te che chiacchieri, te che ridi, te che vedi posti e gente nuova, te che non capisci e t’incazzi, che incontri tutte quelle difficoltá che detesti ma che da qualche parte invece ti attirano (uno dei motivi per cui ti sei legata a me): che in una frase attraversi il mondo con le tue scarpe di cemento armato, ma che giá da qualche tempo cominciano a sgretolarsi.

Sono lí in disparte, in una seggiolina dietro mentre qualcuno parla. Non lo ascolto affatto. Guardo te che ti concentri e cerchi di capire, ma che ti senti uno sguardo addosso che ti coccola e ti mette a disagio assieme. E mi meraviglio ancora una volta di vederti, che bella cosí non ti ho visto mai….

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